domenica 8 dicembre 2024

Su Esposizione dell'Amore

Una recensione di Manlio Cancogni

al romanzo Esposizione dell’Amore (Campanotto, 2023)

pubblicata in Zeta (Anno XLVII, n.2, 2024)


Nei romanzi finora scritti e pubblicati, Micheli, viareggino come l’omonimo e ingiustamente dimenticato Silvio, partendo dalla Lucchesia ha spaziato in almeno tre continenti e in tre o quattro secoli. Egli si sente felicemente a suo agio in qualsiasi tempo e luogo del vasto mondo, attento a ogni esperienza culturale che gli accende la fantasia, dalla musica di Puccini al surrealismo di Benjamin Péret (fedele sodale del turbolento e dispotico Breton) passando attraverso la lacrimevole odissea degli emigranti negli Stati Uniti di fine Ottocento e primo Novecento e lo shintoismo del Giappone dal XVI al XX secolo.

La cosa straordinaria è che egli non si contenta di darci una rappresentazione generica di quelle epoche lontane e di quei luoghi spesso remoti, ma ne deriva gli aspetti più particolari con una precisione che sarebbe rara anche in un testimone diretto. Di fatto egli non si è mai mosso dalla città nativa e ha fatto tutto da sé per documentarsi, non avendo che pochi amici del tutto sconosciuti.

Forse è proprio questa innocenza che rende così evidenti e credibili le sue invenzioni, come possono esserlo solo le fantasie d’un poeta. 

 

Manlio Cancogni


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