due note critiche brevi al romanzo
Pâris Prassède (Monna Lisa edizioni, 2023)
pubblicate in Literary.it (n.12/2023)
La lettura del romanzo Pâris Prassède,
impegnativa per la complessità dei periodi composti da numerose frasi
incidentali, parole desuete e rare o appartenenti ad altre lingue, amplia la
portata espressiva della narrazione. Il risultato in chi legge è una
fascinazione per la storia e una continua sorpresa. Questa prosa mi ricorda
Carmelo Bene, che credo facesse un’operazione simile all'interno del teatro.
Ricorrendo all’alterazione della voce, alla mimica facciale e alla gestualità
ma anche all'invenzione linguistica, ha rivoluzionato la recitazione e la
drammaturgia. Così Micheli con questo suo modo forbito, ricco di significati
linguistici, a volte armillari e matrioskeschi, amplifica la potenza
emozionante del romanzo. Un’opera decisamente singolare nel panorama letterario
planetario, per cui ringraziamo la sua architettura ciclopica, monumentale e
potente.
Antonino Bove
Il romanzo Pâris Prassède è un
viaggio da Haiti, alla Francia e alla Russia, affrontando tutti i grandi
movimenti sociali e politici dalla metà dell'Ottocento per arrivare alla
rivoluzione russa, all'inizio del ventesimo secolo. Grandi personaggi storici o
di finzione. Romanzo attuale per il tema che sottende la trama: la lotta contro
i pregiudizi razziali, rappresentata nel protagonista Pâris Prassède, nato in
schiavitù, che cerca per tutta la vita di riscattarsi attraverso mille
difficoltà e di diventare uomo libero e consapevole del suo proprio valore, in
un mondo sempre più complicato e problematico. Romanzo, dunque, di un'attualità
preoccupante e evidente.
Jaclyne Augeyrolle
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