uscirà il 30 ottobre, per le edizioni Effigie
L'Arciere e altri racconti
In
questi tre testi, Micheli narra esperienze, reali e immaginarie, di un’umanità in
bilico tra i carcami dell’economia capitalistica ed il culto di un’autocratica
normatività che va colonizzando le coscienze, abbacinate dal pieno fulgore algoritmico
della sua apocalisse, ubiqua e quotidiana. Sullo sfondo di sghignazzi isterici
ed ordinaria apatia in cui è costituita l’organizzazione delle apparenze, la
forma del racconto raccoglie, ai margini degli eventi, un sorriso interiore, rilancia
il sogno ad occhi aperti della coscienza di specie, prefigura il laborioso
cammino verso la pace universale ed il regno della libertà.
Della
prosa di Micheli è stato scritto, dal 2007 al 2024 (estratti):
Romano
Luperini
Anche
se predilige il racconto d’epoca, sorretto da una minuziosa ricostruzione di
situazioni storiche e usi linguistici, Micheli non perde mai di vista l’umanità
e, di conseguenza, l’attualità dei suoi protagonisti.
Alessandro
Zaccuri
Ciascuna
porzione minimale trasporta i segni delle tante storie che confluiscono in un
intreccio di verità e invenzione dagli effetti sapienziali.
Carmen
De Stasio
Forse
è proprio questa innocenza che rende così evidenti e credibili le sue
invenzioni, come possono esserlo solo le fantasie d’un poeta.
Manlio
Cancogni
Romanzo
per la mano sinistra è un testo ammirevole per la determinazione, davvero
massimalistica in tempi di desolante minimalismo, con la quale l’autore ha
deciso di confrontarsi con temi che è riduttivo definire alti.
Franco
Contorbia
Il
romanziere non guarda alla storia (né alla Storia) come a una sequenza
vettoriale […], la ricrea rileggendola - quasi inventando l'obtusus di una
terza dimensione del narrabile - nella forma temporale della simultaneità
simbolizzata.
Neil
Novello
Usa
un sistema narrativo che è pieno di sorprese, ma anche di ritorni e
leit-motifs, secondo una tecnica che amo definire di avvolgenza, quasi vi si
potessero rinvenire principî percettivi di ordine tattile
Rodolfo
Tommasi
Penso
che questo libro sarebbe piaciuto a Leon Trockij, perché è un libro della
rivoluzione permanente, uno sguardo non corrotto dalla burocrazia e neppure
venduto all’interesse del denaro, uno sguardo d’una innocenza inquietante, che
ci consegna un’opera la quale, a mio avviso, è un evento.
Tomaso
Kemeny
Tutta
l’opera di Micheli si accende di queste visioni: convinzione, modo di costruire
il paesaggio che ci sta di fronte, lungo un cammino che, pur passando
attraverso la storia, le sofferenze, le degenerazioni della specie, prosegue
fino al luogo che le sarà idoneo, fino alla umanità nuova.
Gabriella
Valera Gruber
Micheli
si è reso conto che il “romanzo è una malattia del linguaggio”, che la capacità
di raccontare si è pietrificata, che la lingua deve tornare a produrre
coinvolgimento e sogno.
Daniele
Luti
Una
sottile vena di ironia certamente non estranea al Manzoni, ma più vicina, come
già in altri lavori, allo stile di Carlo Emilio Gadda.
Luciano
Albanese
Uno
stile, quello di Micheli, degno di essere riconosciuto e valorizzato, in
particolare per le venature ironiche tese a uno straniamento che consenta al
lettore di revocare in dubbio le versioni ufficiali della Storia
Francesco Macciò
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