mercoledì 10 settembre 2025

L'Arciere e altri racconti

uscirà il 30 ottobre, per le edizioni Effigie

L'Arciere e altri racconti

In questi tre testi, Micheli narra esperienze, reali e immaginarie, di un’umanità in bilico tra i carcami dell’economia capitalistica ed il culto di un’autocratica normatività che va colonizzando le coscienze, abbacinate dal pieno fulgore algoritmico della sua apocalisse, ubiqua e quotidiana. Sullo sfondo di sghignazzi isterici ed ordinaria apatia in cui è costituita l’organizzazione delle apparenze, la forma del racconto raccoglie, ai margini degli eventi, un sorriso interiore, rilancia il sogno ad occhi aperti della coscienza di specie, prefigura il laborioso cammino verso la pace universale ed il regno della libertà.


Il volume è preordinabile a:

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La Feltrinelli

Ibs

Libreriauniversitaria

Libraccio

 


In copertina: Antonio Sant'Elia, Centrale elettrica (1914, inchiostro colorato e matita su carta)




Della prosa di Micheli è stato scritto, dal 2007 al 2024 (estratti):


 Micheli è al secondo romanzo. Il primo era intitolato Elegia provinciale. Entrambi sono notevoli per le caratteristiche della scrittura, molto lavorata. La lezione di Gadda è evidente nell'ampio spettro della invenzione linguistica.

Romano Luperini

 

Anche se predilige il racconto d’epoca, sorretto da una minuziosa ricostruzione di situazioni storiche e usi linguistici, Micheli non perde mai di vista l’umanità e, di conseguenza, l’attualità dei suoi protagonisti.

Alessandro Zaccuri

 

Ciascuna porzione minimale trasporta i segni delle tante storie che confluiscono in un intreccio di verità e invenzione dagli effetti sapienziali.

Carmen De Stasio

 

Forse è proprio questa innocenza che rende così evidenti e credibili le sue invenzioni, come possono esserlo solo le fantasie d’un poeta.

Manlio Cancogni

 

Romanzo per la mano sinistra è un testo ammirevole per la determinazione, davvero massimalistica in tempi di desolante minimalismo, con la quale l’autore ha deciso di confrontarsi con temi che è riduttivo definire alti.

Franco Contorbia

 

Il romanziere non guarda alla storia (né alla Storia) come a una sequenza vettoriale […], la ricrea rileggendola - quasi inventando l'obtusus di una terza dimensione del narrabile - nella forma temporale della simultaneità simbolizzata.

Neil Novello

 

Usa un sistema narrativo che è pieno di sorprese, ma anche di ritorni e leit-motifs, secondo una tecnica che amo definire di avvolgenza, quasi vi si potessero rinvenire principî percettivi di ordine tattile

Rodolfo Tommasi

 

Penso che questo libro sarebbe piaciuto a Leon Trockij, perché è un libro della rivoluzione permanente, uno sguardo non corrotto dalla burocrazia e neppure venduto all’interesse del denaro, uno sguardo d’una innocenza inquietante, che ci consegna un’opera la quale, a mio avviso, è un evento.

Tomaso Kemeny

 

Tutta l’opera di Micheli si accende di queste visioni: convinzione, modo di costruire il paesaggio che ci sta di fronte, lungo un cammino che, pur passando attraverso la storia, le sofferenze, le degenerazioni della specie, prosegue fino al luogo che le sarà idoneo, fino alla umanità nuova.

Gabriella Valera Gruber

 

Micheli si è reso conto che il “romanzo è una malattia del linguaggio”, che la capacità di raccontare si è pietrificata, che la lingua deve tornare a produrre coinvolgimento e sogno.

Daniele Luti

 

Una sottile vena di ironia certamente non estranea al Manzoni, ma più vicina, come già in altri lavori, allo stile di Carlo Emilio Gadda.

Luciano Albanese

 

Uno stile, quello di Micheli, degno di essere riconosciuto e valorizzato, in particolare per le venature ironiche tese a uno straniamento che consenta al lettore di revocare in dubbio le versioni ufficiali della Storia

Francesco Macciò



 

 

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