Due
citazioni di Indie occidentali
(Campanotto, Udine 2008) di Giancarlo Micheli
a
cura di Flaminio Di Biagi (Loyola University)
“In campo letterario si è colmata
qualche lacuna, sia con best-seller (Vita
di Melania Mazzucco o Pane amaro di
Elena Gianini), sia con romanzi poco distribuiti ma ben più significativi (I quattro camminanti di Rodolfo Di
Biasio, oppure l’ottimo Indie occidentali
di Giancarlo Micheli).”
da
Flaminio Di Biagi, Italoamericani (Le
Mani, Recco 2014; nota 55, p. 146)
“Tra
gli autori la cui narrativa ha toccato retrospettivamente il tema
dell’emigrazione sono almeno da menzionare Silvana Grasso, Enrico Franceschini
(Voglio l’America), Alessandro Baricco (Novecento), Mariolina
Venezia, Sergio Campailla (Romanzo americano, 1994), Gaetano Cappelli,
Mimmo Gangemi. In Il cameriere di Borges (Fabio Bussotti, 2012), tra i
migliori gialli italiani degli ultimi anni, c’è un retrogusto italiano
d’Argentina. Più autori si soffermano sugli Stati Uniti, luogo che
evidentemente consente di mescolare il passato e il moderno, il magico e il
futuribile; per questo abbondano i personaggi italo-americani. Tra i testi più
compiuti c’è Lettere a Manhattan (1997) di Manlio Cancogni, definito
un’elegia di Little Italy: narra di una curiosa quanto inutile crociata
per conservare la lingua italiana tra gli italoamericani in un quartiere che
scompare; e c’è Indie occidentali (2008) di Giancarlo Micheli,
linguisticamente interessante, di forte impatto morale e che offre una buona
ricostruzione di realtà di Little Italy come la comunità operaia e
libertaria di Paterson nel New Jersey, dove molti italiani lavoravano nelle
industrie tessili.”
da AAVV, Dizionario enciclopedico delle Migrazioni
Italiane nel Mondo (SER, Roma 2014; p.1137)
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